Presentazione Squadre 2019, Israel Cycling Academy
La Israel Cycling Academy, con ben 30 corridori, sarà la squadra più numerosa della categoria Professional. L’obiettivo è chiaro: riuscire ad arrivare tra le prime due squadre del proprio circuito nella classifica UCI, in modo da poter correre tutte le corse più importanti a partire dal 2020. Fondamentale sarà quindi riuscire a portare a casa punti, piazzamenti e vittorie durante tutto l’arco dell’anno, da gennaio ad ottobre. Il team di Ron Baron e Sylvan Adams non presenta un vero e proprio top rider, ma tanti ottimi atleti in grado di garantire risultati di spessore, sempre con un occhio particolare alla crescita del movimento israeliano.
GLI UOMINI PIÙ ATTESI
Anche quest’anno tante aspettative saranno riposte su Ben Hermans. L’esperto corridore belga è probabilmente il più talentuoso in salita, anche se la sua stazza non lo rende uno scalatore puro, e avrà il compito di curare la classifica generale nelle brevi corse a tappe e farsi vedere nelle classiche più impegnative. L’anno scorso ha saputo rispondere bene alle richieste della squadra, che quest’anno saranno probabilmente ancora più alte.
L’altro uomo forte quando la strada si inerpica è il quasi 39enne Rubén Plaza, di gran lunga l’uomo più esperto del team. Oltre a fare da chioccia ai corridori più giovani, l’atleta iberico proverà a farsi trovare pronto con quegli attacchi da lontano che ne hanno caratterizzato la carriera e che lo hanno portato a vincere una tappa al Tour de France e due alla Vuelta a España.
Per le salite attenzione anche al neoprofessionista Matteo Badilatti, svizzero del Canton Grigioni, madrelingua italiano, arrivato nel ciclismo che conta un po’ tardi, visto che ha 26 anni, ma che, nell’ultima annata alla Voralberg-Santic e poi come stagista alla Israel, ha dimostrato di aver delle doti interessanti da scalatore puro.
Decisamente più attrezzato il reparto per le volate, che parlerà in gran parte italiano. L’arrivo più importante dello scorso autunno è stato Davide Cimolai, che dopo la rottura con la Groupama-FDJ ha voglia di tornare a far parlare di sé. Velocista atipico, che si esalta nelle corse un po’ più selettive, nel 2019 avrà molto spazio per tornare a lasciare il segno. Caratteristiche simili a lui le ha Kristian Sbaragli, in squadra già da un anno ma reduce da un 2018 un po’ al di sotto delle aspettative. Con più corridori con caratteristiche peculiari a lui, dovrà sgomitare maggiormente per guadagnarsi il ruolo da capitano, cosa che non dovrebbe essere un problema se riuscisse a ritrovare le sensazioni che gli hanno permesso di vincere una tappa alla Vuelta a España qualche anno fa.
Per le volate pure invece ci penserà il terzo ed ultimo italiano, nonché il più giovane, Riccardo Minali. Dopo un biennio in Astana, dove ha potuto mettersi in mostra in corse secondarie, il 23enne veronese potrà finalmente avere un treno a sua disposizione, potendo così andare a caccia di risultati più prestigiosi.
Gli italiani dovranno però spartirsi gli sprint con corridori come Rudy Barbier, francese ex Ag2r La Mondiale, che andrà a caccia a sua volta di maggiori occasioni per brillare. Dopodiché ci saranno Sondre Holst Enger e Mihkel Räim, estone cresciuto molto lo scorso anno e in grado di ben figurare anche nelle classiche di un giorno. Tom Van Asbroeck dovrebbe avere un ruolo maggiormente in appoggio ai capitani, con la possibilità di farsi vedere anche nelle corse del nord, mentre Guillaume Boivin, presente in squadra ancor prima dell’avvento tra i professionisti, si esalta in percorsi più impegnativi, così come il colombiano Edwin Ávila.
La squadra israeliana ripone tante speranze anche nel campione lettone Krists Neilands, specialista nei percorsi misti, che deve ancora scoprire del tutto i suoi limiti e si tratta di una scommessa molto interessante. C’è anche il campione nazionale irlandese, il gigante Conor Dunne, che sa difendersi un po’ su tutti i terreni e potrebbe rivelarsi un ottimo uomo squadra. In una squadra in cui ci sono pochi specialisti per le cronometro, il nuovo acquisto Matthias Brändle sarà il faro da questo punto di vista, pronto a riscattare una stagione non troppo positiva.
LE GIOVANI PROMESSE
La Israel Cycling Academy sta facendo il possibile affinché possa nascere, prima o poi, un corridore israeliano in grado di portare a casa dei risultati. Per ora i corridori più rappresentativi sono i fratelli Roy e Omer Goldstein. Entrambi scalatori, il primo, classe 1993, è campione nazionale, mentre il secondo, classe 1996, è al primo anno da professionista e sembra poter andare più forte del fratello.
Anche Guy Niv è uno scalatore e l’anno scorso ha partecipato al Giro d’Italia, ma i problemi fisici lo hanno messo fuorigioco dopo cinque tappe. Classe 1994, è probabile che lo vedremo spesso lavorare per i compagni. Il più giovane è il 21enne Itamar Einhorn, velocista, che nel 2018, da stagista, qualche piazzamento in corse di secondo piano è riuscito a portarlo a casa.
Premesso che Minali è il terzo corridore più giovane della squadra, ma che ha già un background diverso, tra le promesse non israeliane c’è invece il canadese Ben Perry. Corridore da classiche, l’anno scorso ha saputo farsi valere in alcune corse di un giorno, ma anche in corse a tappe meno impegnative, sfiorando il successo nel campionato nazionale canadese.
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